Il convento, che sorge in località Ruviali (ad Ruviales) e che oggi ospita la Casa di Riposo, venne costruito nell’ultimo trentennio del secolo XV per i frati minori osservanti della Regola di San Francesco. Grazie alle generose donazioni di privati e al non meno generoso legato del condottiero Bartolomeo Colleoni, capitano generale della Repubblica di Venezia, che nel suo ultimo testamento (27 ottobre 1475) lasciò in favore dell’erigendo convento la somma di 200 lire imperiali, i lavori — già iniziati nella primavera del 1473 — poterono procedere regolarmente. Nel 1478 vennero ultimati il dormitorio e il chiostro, e nel 1481 l’annessa chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie e a San Bernardino, che sarà solennemente consacrata il 17 maggio 1489 da mons. Leone vescovo di Scizia. Per il completamento della sala capitolare bisognerà attendere fino all’anno 1501, quando, ormai terminate le opere murarie, furono eseguiti i begli affreschi monocromi già attribuiti ai pittori Bernardino e Antonio Marinoni, figli di Giovanni da Desenzano. Il convento sorge su un’altura detta ad Ruviales, prossima alla cinta delle mura di Gandino. Il complesso, di notevoli dimensioni e dalla chiara organizzazione planimetrica, è costituito da un grande chiostro con arcate a sesto acuto sul quale si affacciano corpi edilizi a varia destinazione funzionale, che costituiscono l’organismo articolato di ogni convento. La fronte longitudinale della grande chiesa in stile gotico francescano chiudeva verso Nord il chiostro. Dopo la soppressione decretata dalla Repubblica Cisalpina, le nuove esigenze imposero trasformazioni dell’organismo architettonico e, lentamente, alcune parti di esso vennero abbandonate; è il caso della chiesa di Santa Maria delle Grazie e di San Bernardino spogliata delle sue opere migliori (La Deposizione eseguita da Gian Battista Moroni nel 1566, ora alla Pinacoteca Carrara di Bergamo, e L’ Assunzione della Vergine con Santi di Enea Salmeggia, opera che si trova nella chiesa di S. Alessandro della Croce a Bergamo). Prima della demolizione di questo edificio sacro, avvenuta nel 1963, si provvide allo stacco di alcuni affreschi custoditi ora nel museo della Basilica di Gandino. Dalla demolizione furono salvati: il chiostro, decorato con una interessante meridiana e con affreschi cinquecenteschi e secenteschi recentemente restaurati, il corpo edilizio a due piani che delimita ad Est il chiostro e la splendida sala capitolare posta al piano primo, addossata all’antico presbiterio. La sala, che si apre su un ampio loggiato finito con arcatelle a tutto sesto, propone una pianta quadrata ed una volta ad ombrello. Ciò che la rende unica è la decorazione a tempera delle lunette. Sono ritratte in monocromo verde figure a mezzo busto di santi e personaggi francescani, opera del 1501 attribuita alla bottega del Marinoni. La decorazione della volta è essenziale e propone una semplice greca a segnare le costolature dell’ombrello; in ogni spicchio è proposto il monogramma dell’Euca-ristia, attributo di Bernardino da Siena, nei colori verde e giallo ocra. L’unica finestra che illumina la sala capitolare dà sul chiostro e presenta una pronunciata strombatura decorata. Sulla parete Nord, che delimitava il presbiterio e che fa da muro alla sala capitolare, sono ancora visibili, seppure ormai in forma di larva, gli affreschi antichi e le nicchie trilobate che venivano utilizzate per custodire l’arredo liturgico.