La Tintoria degli Scarlatti di Prat Serval, oggi piccola cascina all’imbocco della strada verso Valpiana, era un tempo deputata alla tintura del pregiato “scarlatto di Gandino”, un rosso acceso che affascinò anche Garibaldi.
Qui furono infatti tinte le camicie rosse dei Mille, partiti da Quarto nel 1860. Un episodio ritornato in auge nel 150° dell’Unità d’Italia, nel 2011. Dal 1961 sullo stabile è posta una lapide ricordo. Gandino ottenne quel prestigioso “appalto” in virtù del suo rosso “scarlatto”, voluto da Garibaldi e definito in vari documenti di “una lucentezza insuperata”. Le tecniche di tintoria in uso al impiegavano quasi esclusivamente materie organiche combinate a primordiali composti chimici. Preziosa era naturalmente l’acqua. Si creava lo scarlatto utilizzando la polvere ottenuta dalla cocciniglia, un minuscolo insetto parassita. Si utilizzavano soltanto le femmine di questo insetto, raccolte ed essicate, perchè produttrici dell’acido carminico necessario alla tintura.
Felice trait d’union per realizzare la storica tintura fu G.Battista Fiori, imprenditore gandinese che a Milano aveva ottime entrature nel Regno del Piemonte. Il quantitativo prodotto inizialmente fu comunque piuttosto limitato, tanto che alla partenza da Quarto non più di duecento garibaldini partirono con una regolare “divisa”. La tintura destinata a colorare la storia fu avviata presso la “Tintoria degli Scarlatti” (oggi trasformata in cascina) da Pietro e Abramo Maccari, due fratelli tintori a capo di una storica famiglia di imprenditori della Valle. Nel 2011, per il 150° dell’Unità d’Italia, le Scarlatte di Gandino sono state riprodotte in tiratura limitata e numerata. La camicia numero 001 è stata consegnata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Non è stata un’operazione di puro “amarcord”, quanto di un vero e proprio progetto attorno al quale si intrecciano aspetti legati soprattutto al Distretto tessile della Val Gandino, che ha riscoperto una filiera completa e articolata. La collaborazione di imprenditori e artigiani ha tessuto una trama articolata, al fine di creare un prodotto che avesse una fortissima connotazione territoriale. Il progetto ha unito una ventina di industriali e artigiani della Valle per riprodurre in tiratura limitata e numerata di 150 pezzi le divise scarlatte dei Mille. Il pannolana è stato riprodotto su un campione del 1861 ed è stato tessuto, tinto e rifinito secondo tradizione. La camicia, ridisegnata dal giovane stilista Angelo Reggiani, ha anche aspetti di alta tecnologia: il ricamo celebrativo (autorizzato dalla Presidenza del Consiglio) comprende un filato realizzato da Radici Group che attraverso un lettore consente di verificare l’autenticità del manufatto. Ad alta tecnologia anche il QR Code stampato sull’etichetta interna del capo: consente di scoprire con un comune smartphone le fasi legate alla produzione delle camicie.