Il Talacimanno di Gandino

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Quella del “Talacimanno di Gandino” è un’originale tradizione che si lega a Gandino ai riti delal Settimana Santa. A Gandino infatti, nei giorni precedenti la Pasqua, alcuni volontari della comunità si sostituiscono alle campane della monumentale Basilica di Santa Maria Assunta, che restano mute dopo l’Ultima Cena. Essi per due giorni richiamano i fedeli dall’alto del campanile con l’uso della “tola” (tavola di legno con doppio battente) e con le urla del Talacimanno. Un termine quest’ultimo con cui Ludovico Ariosto ha definito i “muezzin d’occidente” nell’Orlando Furioso. Il noto poema cavalleresco, composto da 46 Canti scanditi in Ottave, fu pubblicato per la prima volta nel 1516 a Ferrara. Articola le vicende del protagonista (Orlando) sullo sfondo della guerra vittoriosa dei cristiani contro i Saraceni. Nel canto decimottavo, alla settima Ottava, si legge infatti “…un muover d’arme, un correr di persone, e di talacimanni un gridar d’alto, e di tamburi un suon misto e di trombe il mondo assorda, e ’l ciel par ne ribombe”.

Da questo spunto nel 2023 è nato un cortometraggio realizzato dal videomaker Paolo Colleoni. Il documentario dopo le anteprime a Gandino ed a Castione della Presolana, è stato presentato al Festival Sacrae Scenae di Ardesio, dove è stato insignito del Campanile d’Argento.
L’idea delle urla, dall’alto dei 73 metri del campanile della Basilica, ricorda lo stile dei muezzin visti dai mercanti gandinesi di pannilana sui minareti d’Oriente. Non si tratta di una semplice, ma di un profondo sentimento che unisce le generazioni. Principali protagonisti sono Fulvio Masinari, Celestino Caccia ed Emanuele Bertocchi, che da anni coordinano il proprio impegno per garantire la salvaguardia di questo rituale.

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