Mais Spinato di Gandino

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Il Mais Spinato di Gandino® è un’antica varietà bergamasca che arrivò nel borgo della Valle Seriana in provincia di Bergamo nei primi decenni del 1600. E’ una varietà antica, altamente qualitativa ed organoletticamente pregiata, appartenente alla famiglia dei mais vitrei o semivitrei.

Fu il primo mais a giungere in Lombardia. Filippo Lussana pubblicò uno studio che certificava la coltivazione a Gandino in località Clusven nel 1632, nei terreni della famiglia Giovanelli, ricchi commercianti di panni lana di cui la Valle è da secoli produttrice. Nel 1617 il mais era arrivato nei territori legati a Venezia, e in particolare nel Bellunese, nelle terre del nobile Benedetto Miari. Coevi di Miari erano l’allora Patriarca di Venezia, il barone Federico Maria Giovannelli, e i baroni Benedetto e Andrea Giovanelli, Procuratori della Repubblica veneta, tutti originari di Gandino. In entrambi i casi si tratta di mais con i chicchi dalla forma appuntita: nel Bellunese si parla di “Sponcio”, a Gandino di “Spinato”. Si pensi che Matteo Bonafus, direttore del Giardino Reale d’Agricoltura di Torino, pubblicò nel 1833 una schedatura delle varietà di mais che ha fatto da riferimento per tutti gli studiosi. Nel 1842, in una specifica integrazione, aggiunse proprio il mais “rostrato” o “Spinato”, utilizzando la dicitura francese di “Mais a Bec”.

La dedizione al tessile della Val Gandino (che comprende i comuni di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia) fece quasi scomparire negli anni le coltivazioni. Dal 2007 un progetto di rivalutazione degli enti locali in collaborazione con il Crea – Unità di Maiscoltura del Ministero dell’Agricoltura (che ha sede a Bergamo dal 1926) sono rinate le coltivazioni, tutelate dalla De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine), una sorta di DOC locale ideata da Luigi Veronelli.

I semi originali del Mais Spinato® sono stati isolati nella Cascina Parecia, grazie ad un’antica pannocchia conservata dai nipoti di anziani contadini della famiglia Savoldelli. La coltivazione segue metodi sostenibili ed è legata al metodo biointensivo, che consente di aumentare la resa e la qualità della produzione attraverso una lavorazione del terreno che non prevede in alcun modo l’uso di componenti chimici.

Il Mais Spinato® è oggi tutelato come varietà agricola da conservazione ed i suoi semi sono conservarti nel Global Seed Vault, il deposito mondiale dei semi da salvare creato sotto i ghiacci delle isole Svalbard in Norvegia. Ad Expo Milano 2015 la Comunità del Mais Spinato di Gandino® ha rappresentato l’Italia al Cluster Cereali e Tuberi, di cui è stata partner scientifico. Dal 2016 il Mais Spinato di Gandino® accompagna le degustazioni mondiali di “Benvenuto Brunello” del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.

In questi anni è nata una filiera completa di prodotti che fanno di Gandino il paradiso della buona tavola: alla classica farina da polenta, si affiancano il frollino “Melgotto”, la Spinata (la sfida gandinese alla pizza) oppure la Spinetta. Quest’ultima è una galletta di mais estruso, ideale per uno snack fuori pasto o per accompagnare salumi ed antipasti. Da non dimenticare la birra “Scarlatta”, preparata artigianalmente da Roberto Caleca con Mais Spinato di Gandino e foglie di erba mate sudamericana.

Ogni anno l’appuntamento principe di inizio autunno (periodo del raccolto) è a Gandino “I Giorni del Melgotto”, all’interno dei quali si è aggiunto a partire dal 2018 “Il Galà dello Spinato”, una quattro giorni all’insegna dell’eccellenza e dell’alta gastronomia sostenibile.

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