Il percorso del Bosco

scroll.svg

Parcheggio Bóda Bassa

1.027 m s.l.m.

Siano in località Bóda Bassa, qui si trova un parcheggio, collocato all’ingresso della val Piana e punto di partenza del Percorso del Bosco.
Il percorso si snoda per 8.650 metri su sentieri e tratti di strade agro silvo pastorali.


Lungo il tracciato si trovano 5 area di sosta posizionate tra Val Piana, Campo d’Avena e la Croce di Corno. Un pannello esplicativo di volta in volta illustrerà un argomento legato al paesaggio naturale del bosco.
Si parlerà del tema faunistico boschivo, della tipologia di legname del bosco e dei suoi utilizzi, i suoi frutti, la sua vegetazione e gli animali che lo popolano.
L’occasione è avvicinare il fruitore, che sia il turista ma anche lo stesso nativo, alla realtà del bosco che lo circonda, ma di cui a volte ne ignora tradizioni e costumi, in quanto spesso finisce con l’esserne l’unico depositario l’anziano del paese.


 Le aree di sosta, collocate nelle radure o in ampi spazi aperti, oltre che da pannelli esplicativi sono attrezzate con sedute che si armonizzano con l’ambiente circostante, caratterizzato dalla tranquillità della pineta e dei prati.

1. Cà ‘Mas-cio (Cascina di Mas-cio)

0,535

1.035 m s.l.m.

Cà ‘Mas-cio (Cascina di Mas-cio) è la prima delle cinque soste, prende il nome del proprietario del terreno dove è stata realizzata e il tema è l’ampia varietà di alberi che si possono trovare lungo il percorso.

Alberi di latifoglie come il faggio, la betulla, l’acero, il frassino, il tiglio, il nocciolo, la quercia e il carpino e i sempre verdi come l’abete rosso e il larice.
Il legname meno pregiato dei boschi è stato utilizzato fino a pochi decenni or sono per il riscaldamento domestico nei nostri paesi, mentre la parte più pregiata veniva e viene tutt’ora utilizzata nell’edilizia per realizzare solai, tetti, roccoli, piccole costruzioni a servizio della residenza. Con lo stesso legname nel passato si realizzavano mobili e arnesi da lavoro.

 

2. Schezzagàmp (Spezzagambe)

3,100

1.258 m s.l.m.

Il percorso prosegue in direzione della seconda sosta lungo la strada agro silvo pastorale caratterizzata da un continuo saliscendi tra boschi di abete rosso, faggeti, carpini e betulle, costellati di pinnacoli carsici e pascoli.

La sosta «Schezzagàmp» (Spezzagambe) prende il nome dall’andamento discontinuo a gradoni che collega la strada che porta al Campo d’Avena con la Baita Monte Alto dov’è possibile trovare ristoro.


Fiori e profumi accompagnano il cammino dei gitanti stimolandone la vista e l’olfatto.
Il bosco è ricco di fragole, i mirtilli, i lamponi e le more hanno il sapore intenso dei frutti di bosco cresciuti in natura, ma in particolare di funghi come porcini, chiodini, mazze di tamburo, gallinacci, ovoli, pioppini, prataioli e moltissimi altre varietà.

3. Pozza Crus

4,570

1.250 m s.l.m.

Quasi d’incanto il paesaggio cambia, gli spazi si dilatano in una radura e l’interruzione della catena di monti permette alla vista di godere delle bellezze delle Prealpi Orobiche tra le quali spicca il massiccio della Presolana.

È questa la terza sosta detta “Pozza Cruz” dal nome della pozza d’abbeverata che si trova lì vicino. Ricca e variegata la fauna presente in questa parte della Val Piana. Se si è fortunati si possono incrociare caprioli, mufloni, cervi, volpi e lepri. Non mancano gli scoiattoli che a volte attraversano veloci il sentiero per arrampicarsi su un albero e sparire alla vista.


C’è poi un ricco mondo nascosto poco visibile costituito da insetti dalle forme e dalle dimensioni molteplici che popolano le pozze d’abbeverata che si incontrano lungo il cammino.

4. Cap D’aé (Campo d'Avena)

5,070

1.263 m s.l.m.

Superata la pozza di abbeverata si giunge in un ampio altipiano denominato Campo d’Avena (Cap d’Aé) al centro del quale spicca la cascina utilizzata dal conduttore del fondo e da ricovero per il bestiame nei periodi estivi.

La quarta sosta è posta nei pressi del Campo d’Avena che riserva sorprese non solo per le caratteristiche singolari del luogo ma anche per quanto riguarda la qualità delle erbe che conferiscono al latte un sapore inconfondibile.


Il Campo d’Avena è il punto di passaggio per collegarsi al percorso delle Malghe; raggiungendo la Tribulina dei Morti della Montagnina, posta sul crinale nord della corona di monti che delimita l’altopiano, si arriva alla 4° tappa del percorso delle Malghe (Tribùlì de Mòrc della Montagnina). A scelta dell’escursionista concludere il Percorso del Bosco seguendo la segnaletica oppure raggiungere il Percorso delle Malghe sul Monte Farno.

 

5. Crus 'e Córen (Croce di Corno)

7,170

1.280 m s.l.m.

Lasciati gli ampi pascoli dell’altopiano il percorso si snoda lungo il fitto bosco che caratterizza questa parte della valle.

Questa quinta e ultima sosta del percorso del Bosco, è caratterizzata per un cambio radicale del paesaggio connotato da rocce e strapiombi ricchi di fascino.
Siamo sulla sosta più alta a 1.280 m di quota in posizione singolare, spartiacque tra la Val Piana, ampia e boschiva e la Val d’Agrò, più angusta e aspra che a monte termina sull’altopiano del Campo d’Avena.
L’area si configura come un belvedere naturale che si affaccia sulla Val Gandino e sulle montagne circostanti.
Sulla sommità dello sperone roccioso posto alle spalle della sosta di può ammirare la Croce di Corno che risale all’anno giubilare 1925 e restaurata nel 2019.
Il luogo è caratterizzato dalla presenza di una fauna diversificata, che va dai rapaci, come la poiana, l’aquila, il falco e il gufo, ma anche vipere, lucertole e ragni, che popolano gli ambienti rocciosi.